Jack London, il “Wild”

(Fantasia su un tema di Jack London)

1. Il Wild

Nella sua traduzione di White Fang di Jack London (Feltrinelli, 2019), Davide Sapienza precisa: «Per rispettare il profondo significato originale voluto da Jack London, nella traduzione italiana il termine “Wild” verrà mantenuto in inglese per tutto il romanzo. “Wild” sta per “la natura selvaggia”, “lo stato naturale”, “la vita allo stato brado”, “il selvatico”.» (n. 1, p. 205).

A­ livello concettuale, si potrebbe indicare Wild con “Aperto”: quando l’Aperto è ciò che si apre all’animale (che in questo romanzo si presenta come il cane) in quanto natura selvaggia di cui esso, avendone fatto parte in origine, in quanto lupo, è chiamato, a un certo punto, in quanto cane, ad avere la possibilità di tornare di nuovo a fare parte di nuovo; l’Aperto è allora uno spazio contrapposto a quello umano, che pertanto si presenta come uno spazio meno che mai “aperto”, bensì “circoscritto”, ma che riguarda l’animale che ha subito il processo di domesticazione della specie, e che si riversa sull’essere umano in quanto artefice del processo che, dalla specie lupo, ha comportato la specie “cane domestico”.

Il romanzo White Fang segue il romanzo The Call of the Wild perché il richiamo non comprende più un singolo individuo, cioè un cane, ma un insieme di cose e persone posti fra loro in rapporto.

Tanto un uomo quanto un cane possono presentare allora il conto all’uomo per la creazione del cane – posto che per “conto” si intenda, qui ciò che tiene in conto la forma del romanzo.

In Zanna Bianca abbiamo quattro elementi nel gioco: il cane, il lupo, il nativo, l’essere umano.

“L’Aperto” è ciò che si presenta al cane come puro “richiamo”, perché è ciò che riguarda ciò di cui l’animale non è più parte, ma che pure lo riguarda – perché ha sempre la forza di chiamare, essendo l’incubo ormai il fantasma che aiuta ad aprire la porta per chiedere aiuto, che è il sogno della mara della porta.

In questo spazio aperto, il cane, che è stato creato dall’uomo, è raggiunto dal richiamo dell’Aperto. Ma il richiamo dell’Aperto è ciò che riguarda l’uomo che avverte la responsabilità in quanto specie responsabile della creazione della specie “cane”, che ha comportato l’imprigionamento parziale e il danneggiamento parziale della specie lupo. Ma ciò che del lupo rimane nel cane, riguarda pure l’uomo, che ha sottoposto la propria specie allo stesso processo di allevamento-addomesticamento, ma che, ad un certo punto della propria evoluzione, viene chiamato alla creazione di una nuova specie umana; diversa dall’uomo, così come il lupo è diverso dal cane; ma che, a quel punto, con sindrome di Marco Polo, l’uomo sembra fare orecchie da mercante – non avendo più intenzione di andare oltre a mercatantare.

Sappiamo che la nuova specie deve comportare la nuova polifonia che sarà alla base di ciò che la terra avrà diritto di chiamare come ciò che avrà il diritto di essere identificato come proprio abitante. Che è ciò che l’uomo deve avere a che fare infine come ciò che lo riguarda in quanto specie.

L’aperto che si presenta al cane – animale creato dall’uomo – è simile all’aperto che si presenta all’uomo come progetto di creazione di tutto un nuovo tipo umano: l’animale cancella la sottomissione, l’uomo crea la nuova sottomissione per alcuni tipi e cancella così la propria millenaria sottomissione a tutti i tipi.

2. I tre padroni

Consideriamo i tre padroni che Zanna Bianca riconosce come “dèi”, cioè come autorità che non devono essere attaccati e che avrebbero pure il “diritto” di picchiarlo, se questo deve garantire la propria posizione in quanto dio.

Perché a un cane sarebbe allora permesso quello che a un essere umano è invece rigorosamente vietato?

Vediamo i tre dèi:

Castoro Grigio: è il dio imbecille. È il capo di una tribù di nativi americani. È un tipo semplice, rozzo e brutale. Ma questo è ciò che lo costituisce come dio della sua razza. È destinato a una fine grottesca, farsesca, pienamente meritata (in quanto farsesca apoteosi della sua razza, più che del suo singolo carattere egoista e primitivo che egli pone allora in gioco). Come capo, egli incarna perfettamente la fine che aspetta alla sua razza miserabile (ma meglio è dire: antirazza). La sua fine è la farsa che chiude la mancanza della nota di tragedia, poiché la sua razza è sempre stata nota di commedia, che il romanzo adesso compendia, cosicché in Castoro Grigio non ci sono che due dimensioni, quando nello stadio successivo, la razza bianca, vediamo tre dimensioni riconosciute.

Beauty Smith: è il dio folle. È la rappresentazione della degenerazione della razza bianca. La razza bianca viene subito riconosciuta come superiore al meticciato di cui è qui rappresentante Castoro Grigio col suo pacifico dio imbecille. Beauty Smith è il bianco degenerato. Eppure, indirettamente, anch’egli ha un grande merito nel disegno complessivo del romanzo: determina la rovina del meticcio Castoro Grigio, vendendogli il whisky che ne determinerà il grande stordimento finale, permettendo il passaggio di Zanna Bianca dal primo dio (il dio imbecille) al nuovo dio, il dio folle, e quindi il passaggio all’ultimo dio. Il nuovo dio e l’ultimo dio sono le due forme di dèi presenti nella razza bianca, che chiamano la forma della quarta dimensione. Il disgustoso bianco degenerato Beauty Smith determina la rovina e la scomparsa del disgustoso meticcio Castoro Grigio; il dio folle uccide indirettamente il dio imbecille perché il “dio folle” è superiore al “dio imbecille” per razza, perché un bianco degenerato, per quanto folle, è – comunque – superiore a un qualunque meticcio piattamente conforme alle regole del meticciato della razza di cui viene ad essere il casuale esponente: il degenerato Beauty Smith è un caso individuale di degenerazione della razza; il meticcio Castoro Grigio non è un caso individuale di degenerazione della razza, ma è esso stesso la manifestazione di una razza inferiore, di un meticciato.

Weedon Scott: è il dio umano. È il dio dell’amore così indicato nella sua seconda manifestazione, che riguarda gli esseri umani, cioè gli individui di razza bianca, e non più i nativi americani. Weedon Scott ha fatto quello che ha potuto per Zanna Bianca, lo ha salvato, gli ha fornito un riparo, ha evitato di restituirlo al Wild nel momento in cui egli aveva capito che il Wild non era più l’ambiente di Zanna Bianca; ma adesso il progetto deve passare dall’individuo alla specie, che è ciò che collega l’individuo Weedon Scott e l’individuo Zanna Bianca, rimediando non solo il danno fatto all’individuo di una specie ad un’altra specie), o ad una specie ad una sottospecie, ma anche al danno fatto a se stesso in quanto specie, impegno che comporta la soppressione del tipo primitivo e del tipo degenerato. Ma qui si pone la domanda: che cosa vuole dire la definizione “dio dell’amore”, ampiamente utilizzata da Jack London all’interno di questo romanzo, a proposito di Weedon Scott nei suoi diversi rapporti con Zanna Bianca? Se nessuna domanda poteva riguardare il dio imbecille e il dio folle (essendo il dio imbecille la perfetta manifestazione del meticciato e il dio folle la perfetta realizzazione della degenerazione della razza bianca), invece questa nuova domanda viene posta verso questa nuova figura, che riguarda che cosa si intende con amore, vale a dire: amore verso che cosa? cioè una forma che, nella piena sua manifestazione, tende a una forma completamente diversa – da ciò che noi, frettolosamente, potremmo intendere come “dio dell’amore”.

Tre tipi di centri abitati si presentano nel romanzo: Fort McGurry, che è la meta che i due primi personaggi incontrati nel romanzo cercano di raggiungere; di questi due personaggi sapremo solo i nomi, Bill e Henry; Bill e Henry trasportano il corpo morto chiuso in una bara di un terzo personaggio, successivamente, e solo per una volta, identificato come lord Henry; Bill e Henry e il loro carico silenzioso sono inseguiti da un branco di lupi, una serie anonima da cui si determina un solo individuo, una lupa, che viene indicato come probabile frutto di incrocio fra il lupo e il cane, perché anche il suo modo di fare ha qualcosa delle astuzie di chi ha frequentato una forma qualunque di essere umano, anche la più inferiore, come appunto è la forma rappresentata dal meticcio Castoro Grigio, e che quel meticcio potrà poi riconoscere con il nome datole da un altro meticcio a lui molto vicino per vincoli naturali, il proprio fratello, per cui, il meticcio Castoro Grigio, essendo nel frattempo crepato il fratello, “reale padrone” della lupa, pensa di potersi appropriare della lupa in quanto “cosa” che apparteneva al fratello, e per far valere questo diritto, il meticcio Castoro Grigio non fa altro che chiamare la lupa con il nome che il meticcio suo fratello, prima di crepare, le aveva riservato, cioè il nome “Kiche”, e, al suono di quel nome, la lupa si sottomette, destando la meraviglia, e quindi la sottomissione, per imitazione, del figlio della lupa, da un meticcio qualunque chiamata Kiche, e che un altro meticcio qualunque darà poi il nome di Zanna Bianca. Infatti un meticcio vede solo gli elementi con cui ha a che fare come cose senza rendersi conto che esso stesso è una di quelle cose, e senz’altro una delle più disgustose e meritevoli di essere soppresse – ma di questo verrà fatto cenno in seguito.

Intanto è importante notare l’uso del dialogo attraverso tutto questo romanzo, essendo il linguaggio ciò che caratterizza la specie umana, separando tale specie dagli animali.

Il romanzo Zanna Bianca presenta tre tipi assolutamente diversi di linguaggi: il dialogo elementare tra Bill e Henry lungo tutta la prima parte del romanzo; il dialogo costituito da richiami elementari fra i nativi, che può essere tutto riassunto nel richiamo del meticcio Castoro Grigio alla lupa: “Kiche” (III/1); infine il dialogo evoluto che intercorre tra Weedon Scott e il suo dipendente Matt (IV/5), – che riguarda ciò che finalmente viene indicato come ciò che ha diritto di vivere. Questo perché il pieno raggiungimento del dialogo, in quanto tempo del linguaggio umano è ciò che riguarda chi ha diritto di vivere. Infatti il primo balbettamento di dialogo comporta solo il modo di portare in salvo la pelle; il secondo balbettamento di dialogo comporta il riconoscimento dell’imposizione del bastone per salvaguardare la propria carcassa; ma il terzo dialogo, dialogo a tutti gli effetti, perché basato sulle autentiche caratteristiche del linguaggio, comporta la questione di ciò che ha diritto di vivere. Vale a dire ciò che riguarda la forma cui spetta il diritto di vivere. Il dialogo oltrepassa Beauty Smith, perché è a tutti gli effetti ciò che riguarda l’approssimazione all’essere umano in quanto garanzia della propria vita, ponendosi verso la formazione di un nuovo discorso basato su ciò che ha diritto di vivere.

Nel primo caso (stadio elementare del meticciato) il linguaggio è una serie di luoghi comuni; nel secondo caso (stadio del meticciato della razza bianca) il linguaggio è una serie di segnali; ma nel terzo caso (stadio autentico della razza bianca), il linguaggio serve a stabilire a chi spetta il diritto di vivere, che comporta il diritto di abitare la terra, ma poi il diritto di chiamare i nuovi dèi della terra, che saranno, allora, i veri padroni della terra. Infatti l’uomo non sarà mai il vero padrone della terra finché non avrà accettato il diritto di stabilire a chi spetta il diritto di vivere.

Bill e Henry scorrono la terra allo scopo di raggiungere Fort McGurry, così come anche il dio folle Beauty Smith scorre la terra spostandosi da Fort Yukon a Dawson, dove avrà la sfortuna, per lui, di incontrare Weedon Scott, che lo priverà della sua grande fortuna e fonte di reddito, Zanna Bianca, come egli aveva prima fatto, privando il meticcio Castoro Grigio della propria modesta fonte di reddito, cioè lo stesso Zanna Bianca.

Weedon Scott ha un legame con la terra, che non è l’Aperto da scorrere (come nei trasferimenti di Bill e Henry), né il luogo circoscritto da raggiungere (come nel trasferimento di Beauty Smith), ma una terra che pone la domanda al suo abitante e, sulla base della risposta, la terra gli pone infine il nuovo stadio a cui giungere.

Il primo centro abitato è un forte da raggiungere, Fort McGurry (è ciò che impegna Bill e Henry nella loro corsa attraverso l’Aperto), poi abbiamo un miserabile accampamento indiano, dove agisce il capotribù Castoro Grigio, destinato alla ridicola brutta fine che sappiamo, fine nella quale, tuttavia, c’è un sacco di divertimento, posto che la si voglia suonare fino in fondo, con tutti suoni della veglia che le spetta – da quel disgustoso meticcio che, per razza, era sempre stato; poi una città, dove agisce il degenerato Beauty Smith, e infine una “grande città” (dove avviene la morte di Dio e si sancisce ciò che, a partire dalla morte di Dio, deve essere stabilito come responsabilità della razza bianca su ciò che comporta l’accettazione della morte di Dio). Infatti altri e più potenti dèi possono adesso comparire, essendo Weedon Smith, a tutti gli effetti, l’ultimo dio.

Un posto a parte occupa JIM HALL, che pur non essendo un “padrone di Zanna Bianca” condivide la divinità dei suoi veri padroni, essendo esso una cosa di razza bianca, ma presentandosi come una specie di sintesi: è primitivo, mezzo bambino, rozzo come il “dio imbecille”; non è folle come Beauty Smith, ma è un caso di degenerazione della razza bianca, come appunto lo era stato Beauty Smith, con la sua bruttezza e il suo carattere odioso. Zanna Bianca uccide il “dio” Jim Hall e l’uccisione è approvata dagli dèi giusti, vale a dire dai rappresentanti dell’autentica razza bianca. Jim Hall non ha mai avuto rapporti con Zanna Bianca, prima che, di propria iniziativa, entrasse di nascosto nella casa sorvegliata da Zanna Bianca allo scopo di uccidere il proprietario della casa, il padre di Weedon Scott, scatenando così l’attacco dell’animale. Jim Hall è il primo caso di uccisione di un dio di razza bianca, per quanto degenerato, legittimata dagli autentici dèi della razza bianca.

3. L’uccisione del dio

Castoro Grigio è il meticcio che insegna a Zanna Bianca il rispetto verso gli dèi con le bastonate: ma, sotto quel dio, Zanna Bianca imparerà, furbescamente, a mordere impunemente un dio e poi un animale appartenente a un dio, e imparerà infine a uccidere il dio inferiore e gli animali posseduti da un qualunque altro dio inferiore, perché è giusto che così sia: perché o non esistono dèi del tutto, o esistono dèi di razze inferiori e dèi di razza pura. Le bastonate di Castoro Grigio scandiscono la decameronizzazione del mondo, perché sono la decameronizzazione che il mondo ha dovuto subire. Questo perché il meticciato è uguale in tutto il mondo e può essere riconosciuto in tutto il mondo, sia che riguardi il Decameron del paroliere del disgustoso meticcio italiano Giovanni Boccaccio, sia che riguardi un sistema mitico del meticciato dei tanti nativi americani che compongono le diverse tribù laggiù presenti: infatti un meticcio italiano, che sia il meticcio italiano Giovanni Boccaccio o un qualunque altro meticcio italiano, è uguale a un qualunque altro meticcio che occupi per caso il mondo. Un meticcio è sempre un meticcio qualunque, cioè la cosa intorno alla quale deve imporsi il discorso relativo alla soppressione del meticciato, affinché una nuova e superiore forma di specie umana possa comparire e un luogo possa ritornare parte del mondo.

Io parlo solo del meticciato, del meticciato italiano prima di tutto, essendo il meticciato italiano la forma di meticciato nella quale mi sono trovato, indipendentemente dalla mia volontà, ad arrabattarmi per una questione di nascita. Detto questo, devo aggiungere che è la stupidità del meticcio, che non tollero.

Per cui il meticcio italiano è il mio bersaglio.

È importante l’opposizione “Nativi/Esseri umani”. Il nativo è un essere primitivo, di intelligenza limitata, sempre più vicino alla natura che alla cultura; l’essere umano è rappresentato dalla razza bianca, è più variegato e complesso del nativo americano, ma è interamente dalla parte della cultura. Notare che Jack London definisce i nativi “Gli dèi del Wild”, cioè coloro che sono compresi nel Wild; i bianchi vengono definiti “Gli dèi superiori”, coloro che non appartengono al Wild, che possono entrare nel Wild per avere con esso rapporti temporanei, ma che non ne costituiscono parte inscindibile, perché ne sono staccati. Tuttavia Jack London riconosce una grande differenza tra questi tipi di dèi: che comporta il dio folle (la degenerazione della razza) e il dio dell’amore (il dio della razza bianca, al quale spetta il confronto con la domanda fondamentale: “A chi spetta il diritto di abitare la terra?”, ma che comporta la domanda: “A chi spetta il diritto di scegliere chi ha il diritto di vivere?”).

Infatti l’essere umano ha creato il cane, ma ha permesso la diffusione delle varie forme degenerate della propria specie, cioè la specie “umana”. Ora un nuovo compito lo attende e chiama: non solo la responsabilità per la forma creata in modo irresponsabile, il cane dal lupo, bensì la creazione di una nuova specie di essere umano, che non avrà più nulla a che vedere con ciò che si è finora definito “essere umano” – e che comporterà infine la vera liberazione del lupo dal cane (eppure forma davanti alla quale, a questo punto, l’uomo fa orecchie da boccaccesco mercatante).

Non si tratta più della possibilità di uccidere un individuo, per la cui azione ci si trova poi a chiamare il castigo, ma della possibilità di annullare come delitto tutta quanta l’uccisione di una razza – passare cioè dal delitto al genocidio – forma per la quale nessun romanzo sulle sue storte gambette si è mai fatto avanti sinora, ma non più portato all’accettazione del castigo, bensì legittimato dalle nuove leggi della razza, che non imporranno mai un castigo per questo perché non deve suonare come delitto.

Il compito che spetta al vero dio della razza bianca è la soppressione del meticciato e del degenerato di razza bianca. Il compito che lo aspetta consiste nel compito di alleviare la terra, creando così il simbolo della terra alleviata, allo scopo di creare la nuova armonia tra chi ha il diritto di abitare la terra e la terra stessa, a cui bisogna rendere il compito di scegliere il proprio abitante, cioè il compito di siglare il nuovo patto fra la terra e coloro che hanno diritto di abitare la terra, che devono essere scelti, in quanto veri abitanti della terra, dalla terra stessa, consistendo in questo il nuovo sigillo.

L’uccisione di Dio non consiste solo nella constatazione della morte di Dio, riguardando invece, l’uccisione di Dio, il confronto di ciò che l’atto di aver ucciso Dio, e di aver autorizzato l’uccisione di Dio, deve poi comportare per tutti coloro che, anche indirettamente, hanno ucciso Dio.

Zanna Bianca passa così, attraverso le forme dei suoi tre padroni, attraverso il Meticcio, il Degenerato, l’Ultimo dio. L’ultimo dio non può che confermare ciò che il Meticcio ha a suo tempo combinato, fornendo all’individuo che il meticcio ha combinato (cioè il cane Zanna Bianca), il luogo dove restare, ma volgendo in essere ciò che è il nuovo compito della razza bianca: alleviare la terra, vale a dire creare il nuovo spazio come spazio di terra destinato alla razza bianca, spazio che deve passare attraverso la soppressione della razza inferiore (il nativo) e la soppressione della degenerazione della razza superiore, che è il meticciato.

Il romanzo inizia con l’Aperto. La figura che si delinea dalla serie è la lupa, dal dio imbecille chiamata Kiche prima della sua fuga, e che porterà alla comparsa di Zanna Bianca, che presenterà, per la seconda volta, l’episodio della carestia, elemento scatenante della fuga della madre, quindi della fuga dallo spazio occupato dal dio imbecille e poi il ritorno allo spazio occupato dal dio imbecille (non essendo più quell’individuo adatto al Wild). Il capitolo finale è ambientato nello spazio circoscritto, con Zanna Bianca che scompare in esso, perfettamente integrato dopo una morte simbolica che ha comportato lo squartamento e poi la ricomposizione simbolica del proprio corpo, la necessità di imparare di nuovo a camminare e il riconoscimento da parte dei cuccioli come affine, cioè un ritorno, da parte di Zanna Bianca, allo stato del cucciolo nella tana.

A questo punto bisogna chiedersi: in quale momento, Zanna Bianca, ottiene il pieno riconoscimento all’interno dello spazio circoscritto (la tenuta del giudice Scott) nel quale gli è capitato di trovarsi ad essere sistemato? Quando ammazza il bandito Jim Hall, il secondo tipo di bianco degenerato che il romanzo presenta, dopo l’attacco al primo tipo di bianco degenerato, rappresentato da Beauty Smith (che Zanna Bianca non ammazza, ma solamente ferisce; e ferisce solo dopo che il degenerato Beauty Smith si era introdotto di nascosto nella proprietà di Weedon Scott allo scopo di rubare Zanna Bianca, portando con sé gli emblemi araldici della sua antirazza: il randello e la catena).

Perché Jim Hall viene ucciso, mentre Beauty Smith viene soltanto ferito (vale a dire “risparmiato”)? La vita dell’uno non è più importante di quella dell’altro, poiché, in entrambi i casi, si tratta di “vita indegna di vivere”; ma questo non toglie che l’accettazione della soppressione del degenerato possa avvenire solo in alcuni momenti, momenti divinamente privilegiati – almeno per ora. L’uccisione del meticcio Beauty Smith non avrebbe nessuna importanza simbolica: la vita del meticcio, in quanto vita indegna di vivere, ha importanza solo a livello di simbolo. Jim Hall deve infatti morire così come Zanna Bianca deve sopravvivere, perché solo così può funzionare il passaggio del compito riservato alla razza, che è ciò che dall’individuo passa alla specie.

Questo apre la questione dei tre tipi riguardanti l’annientamento riservati ad altrettante persone presenti nel romanzo. Castoro Grigio crepa come alcolizzato, ed è nella forma farsesca di anticapo che la sua tribù lo vedrà tornare – per poi crepare. Beauty Smith crepa con il braccio devastato da Zanna Bianca, particolare che si aggiunge al suo fisico già ampiamente bollato come fisico di degenerato di razza bianca. Jim Hall crepa dilaniato da Zanna Bianca nel corso della battaglia alla quale egli tiene arditamente testa, ferendo gravemente Zanna Bianca, poiché il suo è, a tutti gli effetti, un fisico imponente, che può stare alla pari con quello di Zanna Bianca (Jim Hall non è, infatti, come Jak London precisa, un individuo bollato dalla nascita, ma il prodotto di un fascio di circostanze che si sono trovate ad agire malignamente contro di lui, quasi coalizzandosi per provocarne la rovina).

Zanna Bianca è un romanzo che, attraverso la messa in gioco di una tripartizione di figure mitiche, retroattivamente procede dalla farsa verso la tragedia; e attraverso questi tre tipi di annientamenti, Zanna Bianca viene sempre più direttamente a trovarsi coinvolto – questo perché la sua funzione consiste nel condurre a destinazione la domanda: nel primo tipo di annientamento (quello che riguarda il meticcio Castoro Grigio), Zanna Bianca è solo indirettamente coinvolto: Beauty Smith vuole acquistare Zanna Bianca dal suo “legittimo” proprietario, e, rifiutando, il meticcio, la vendita, l’unico modo per appropriarsene è fare in modo che il meticcio Castoro Grigio non capisca più niente, vale a dire stordirlo con l’alcol, come il degenerato Beauty Smith astutamente decide di fare, allo scopo di risolvere la questione altrimenti irrisolvibile. Il secondo tipo di annientamento vede Zanna Bianca coinvolto in quanto ferimento di Beauty Smith. Il terzo tipo di annientamento vede invece Zanna Bianca più che attivamente coinvolto, proprio perché l’attacco di Zanna Bianca provocherà l’annientamento immediato (e non ritardato, come nel caso di Castoro Grigio) del secondo e ultimo tipo di bianco degenerato che il romanzo presenta e la stessa morte simbolica di Zanna Bianca. Notare che Beauty Smith viene aggredito fuori casa, mentre Jim Hall viene aggredito dentro la casa: nella prima aggressione, apertamente diretta contro Zanna Bianca, Zanna Bianca non aveva diritto di entrare all’interno della casa, mentre nella seconda aggressione, in nessun modo diretta contra Zanna Bianca, Zanna Bianca aveva un parziale diritto di entrare nella casa, in virtù del patto che si era stabilito fra la donna della casa e il cane del Wild.

L’annientamento di Jim Hall è indirettamente permesso dalla moglie di Weedon Scott, che, come consuetudine ormai da tempo, di sera, ella faceva entrare in casa il cane Zanna Bianca, facendolo poi uscire presto di mattina, all’insaputa di tutti quanti all’interno della casa – e questo patto segreto, fra la donna e il cane, ha permesso al cane di sorprendere l’intruso nel momento in cui l’intruso aveva l’intenzione di uccidere il padrone della casa, casa nella quale egli si era furtivamente e fraudolentemente introdotto. Questo patto di lealtà fra la donna e il cane si contrappone all’antipatto che legava gli indiani femmina (le squaw) e il cane (Zanna Bianca), quando il cane (Zanna Bianca), cercava di rubare la carne e il pesce agli indiani femmina (le squaw) che lo custodivano come loro compito, e gli indiani femmina (le squaw) lo allontanavano con lanci di pietre.

Infatti il tipo Jim Hall non è altro che l’aggiornamento del tipo Beauty Smith: questo tipo non ha la vigliaccheria e nemmeno l’impotenza di Beauty Smith, ma rappresenta l’aggiornamento del tipo Castoro Grigio. Ma questo è l’aggiornamento sempre possibile di un tipo, almeno fino a quando il tipo base non verrà superato, cioè soppresso (questo deve essere chiaro, ma questo può avvenire solo attraverso un progetto statale, che il romanzo non può presentare, e non come iniziativa individuale, come il romanzo invece indirettamente presenta) – per cui, a quel punto, non vi saranno più aggiornamenti. Così abbiamo superato lo stadio del dio imbecille, rappresentato dalla presenza dei nativi americani, ma siamo in presenza di due tipi di bianchi degenerati, non di divinità, che sono il dio folle e il dio che non crede più in Dio.

Weedon Scott è il dio che legittima la morte di Dio, ma è colui cui spetta il nuovo compito, che il romanzo non presenta, né potrebbe mai presentare – come tipo di romanzo: la creazione della terra alleviata, che sarà la nuova apertura della terra, come piena accettazione della morte di Dio, perché dovrà finalmente, in armonia con i propri abitanti, avere a che fare con l’annientamento del meticcio e del bianco degenerato, battaglia che costituirà il nuovo patto stipulato con la terra, ispirato all’amore della terra fra coloro che la terra avrà scelto come propri abitanti e la terra stessa – e in questo senso, cioè nel nuovo patto stabilito con la terra e con chi ha diritto di abitare la terra, Weedon Scott può essere definito, adesso giustamente, senza bisogno di ulteriori precisazioni, “Dio dell’amore”, come Jack London lo ha più volte definito in questo romanzo.

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