Biografia

Sulla biografia, in senso teorico e pratico, c’è ancora molto da affrontare. Smantellare innanzitutto l’idea del curriculum, cioè del riconoscimento di una o più mete raggiunte in un dato arco di tempo, che pure è la traccia che maggiormente la insidia, può essere un utile punto di partenza.
Si può scrivere la biografia di Agatha Christie: a vent’anni ha scritto questo, a trenta quest’altro, a x anni ha cessato di vivere. La biografia diventa così una estensione del curriculum. Questo va bene solo per la letteratura di massa. Nel caso di un grande scrittore l’approccio è diverso È solo per pigrizia intellettuale se non lo si è notato finora? Un grande scrittore compone quello che una data confluenza di temi e libri porta a dover essere finalmente composto. Compone quello che non si può più fare a meno di comporre. L’autore si determina così non in base a una continuità di carriera, quanto in base a discontinuità e scomposizioni di temi. Che io sappia, attualmente, questo metodo è stato applicato in modo soddisfacente solo da Hugh Kenner in L’età di Pound.
Un grande artista ha una profonda diffidenza verso tutto ciò in cui si può dare a riconoscere l’uomo. Egli, infatti, mira a una serena non umanità. In fondo, può dipendere dal fatto di vedere sempre la propria opera come già completa e compiuta (ed egli stesso come cosa in un canto). Ogni artista è; da sempre, e non ha bisogno di un apprendistato o di un divenire. Quindi una biografia dovrebbe partire proprio da questo?

Un verso di Pound

«Let the Gods forgive what / I have made»

Gli dèi devono perdonare quello che il poeta ha costruito

1. Carattere nefasto del costruire.
2. Il poeta come colui che deve solo dare impulso a cose sempre fra loro diverse, astenendosi dal costruire.
3. Goethe su Hafis: «Daß du nicht enden kannst, das macht dich groß, / Und daß du nie beginnt das ist dein Lost». L’età di Pound di Hugh Kenner è un grandissimo libro che non ha nulla a che vedere con Deleuze, ma che può essere inglobato nel metodo seriale di Deleuze. Il personaggio Pound non è costruito nel libro come meta finale di una biografia. Ogni capitolo lancia delle serie, nelle quali Pound è implicato in un modo sempre diverso. Pound è soltanto il punto di partenza di serie che non hanno punto di incontro. Differenze e ripetizioni.
4. Il “non costruire” come abbandono all’arte del divenire.
5. Il poeta come testimone del silenzio.
6. Il poeta può solo segnalare qualcosa che si avvicina. Il carattere di questo qualcosa è al di là della rappresentazione.
7. Lo scarto segna la caduta del poeta nella parola, ciò che gli dèi devono perdonare.

 

 

E. Pound, I Cantos, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1985 [Lascia che gli Dei perdonino quel / che ho costruito (trad. di Mary de Rachewiltz, p. 1493)].
J.W. Goethe, Il divano occidentale-orientale, Rizzoli, Milano 1990 [Non potere finire / ti rende grande. Non cominciare mai / è il tuo destino. (trad. di Ludovica Koch, p. 115)].
H. Kenner, L’età di Pound, Il Mulino, Bologna 2000.