Schiavi

La teoria di Heidegger che vede nel pensiero di Nietzsche il compimento della metafisica in quanto padroneggiamento assoluto del mondo non tiene conto di ciò che Nietzsche riteneva indispensabile per lo sviluppo di una civiltà: la presenza di uno strato di schiavi e, nel caso particolare intravisto da Nietzsche, la necessità di prevedere la creazione di una nuova schiavitù. Senza la presenza di una nuova schiavitù il raggiungimento del completo dominio tecnico del mondo non è sufficiente; non solo: tale dominio puramente tecnico del mondo rischia di ricadere su se stesso. Da questo punto di vista, la deriva estetico-dannunziana, variamente aggiunta alla figura del superuomo, è assolutamente non pertinente, ma per un motivo ben diverso da quello comunemente accettato: il richiamo alla necessità della schiavitù non implica una tale deriva. Essa tuttavia segna il tonfo burlesco di una tale ricaduta. Segno che è un insegnamento. La cecità su ciò che in Nietzsche riguarda la nuova schiavitù può così condurre alla messa a punto della rappresentazione di una attività compulsiva e cieca nei confronti del dominio del mondo, che è quanto Heidegger riconosce nell’operaio di Jünger. A sua volta Jünger non medita sulla necessità di una nuova schiavitù. Nietzsche può arrivare a un nuovo pensiero andando coerentemente oltre il cristianesimo: Nietzsche aveva infatti compreso che lo strappo con il cristianesimo doveva comportare l’accettazione del ragionamento intorno all’arrivo, ineludibile, di una nuova schiavitù. Perché la schiavitù è il fondamento di qualsiasi civiltà. Fatto che avrebbe comportato la messa a punto di un nuovo sistema di organizzazione del mondo basato sulla schiavizzazione di una parte degli abitanti del mondo. Nessun altro pensatore si è posto al di là del cristianesimo attraverso una tale prospettiva. Al contrario, quando la possibilità di una schiavizzazione è stata riproposta questa si è presentata con i tratti caricaturali di una estetizzazione, cioè con i tratti di chi è rimasto prigioniero di una visione che non poteva prevedere realisticamente il ritorno di una cosa così compromessa con la storicità cristiana come la schiavitù. E si è scelto così la caricatura al posto della previsione, della utopia, della narrazione.
Bisogna prima di tutto comprendere che l’epoca del superuomo sarà l’epoca della completa realizzazione del nichilismo.

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