Meridione d’Europa

Miguel Serrano: «Anche se si potrebbe accettare come un comodo elemento di esposizione la teoria delle razze dell’anima e dello spirito, di Evola e Clauss, alla fine non si rende necessaria, complicando unicamente le cose, servendo per parlare di razzismo tra genti troppo mescolate e popoli meticci, senza arrivare a ferire i loro sentimenti, giacché un mulatto, o un indio, tra noi potrà sempre pensare che sebbene il suo corpo sia di colore, la sua anima potrebbe non esserlo. Nasce il sospetto che tutto fosse stato inventato da Evola per parlare di razza agli italiani del sud ed allo stesso Mussolini.» (M. Serrano, Adolf Hitler, l’ultimo Avatara, Edizioni Settimo Sigillo, 2 voll., Roma 2010, I vol., p. 120).

Adolf Hitler: «Si pensi alle devastazioni che l’imbastardimento giudaico appresta ogni giorno al popolo nostro, e si rifletta che questa intossicazione del sangue potrà solo dopo secoli, e forse mai, essere eliminata dal corpo della nostra nazione. Si consideri pure quanto questa decomposizione della razza abbassi gli ultimi valori arii del nostro popolo tedesco, e spesso li distrugga, cosicché la nostra forza di nazione portatrice di civiltà va sempre retrocedendo, e noi corriamo il pericolo di arrivare, almeno nelle nostre grandi città, al punto in cui si trova già oggi l’Italia meridionale.» (A. Hitler, La mia battaglia, in A. Hitler, Mein Kampf, Edizioni di Ar, Padova 2009, pp. 233-4).

Chi nasce Italiano, non muore di razza.

Porco Dio D’Italia

Umberto Eco apre appena alle fotografie delle calmucche nude guardate in Razze e popoli della terra di Renato Biasutti, da ragazzino. Nella stessa opera, Biasutti riporta una classificazione delle razze che meriterebbe lo stesso disincanto per le immagini che si ha da ragazzini, secondo la quale gli Italiani non dovrebbero essere inclusi nel gruppo di razza bianca che abita l’Europa. Ma di questo Umberto Eco non poteva fare cenno. E infatti non ne parla. I libri sono cose fatte con tanti pezzi messi insieme da parti diverse. Si finisce per leggere nei libri solo quello che uno è chiamato – dai libri – a leggere. Così come avviene per la terra, anche i libri sono abitati da spiriti che chiamano i loro abitanti, o i loro lettori. Chiamano per fare naufragio, chiamano per abitare con stabilità. Ma quello che divide libri e terra è il fatto che si scrivono i libri che si sarebbe voluto leggere. E qui risuona l’Eco del compianto.
Il mio disprezzo verso Umberto Eco è qualcosa che si lega al mio disprezzo verso l’Italia. Dio stramaledica l’Italia! Dio stramaledica Umberto Eco! Due facce della stessa merdaglia. Non per niente ho intitolato questo post: “Porco Dio D’Italia”. Umberto Eco è una faccia e una feccia del meticciato che fa il bullo in Europa. Il meticciato che fa il bullo in Europa è di due facce e di una stessa feccia: bullo di faccia slava, bullo di faccia latino-semita. Niente bulli in Europa, se niente meticciato in Europa. Niente slavi e niente latino-semiti in Europa, se niente meticciato in Europa. L’Europa alla razza bianca d’Europa.
In questo brutto regno segnato come regno dei segni, dove brutta gente di una brutta razza mira solo a lasciare impronte, io voglio solo sparire – senza lasciare traccia.
L’Europa alla razza bianca d’Europa.

Civiltà messa a nudo

Donatella Di Cesare, Heidegger e gli ebrei (Bollati Boringhieri, Torino 2014), imposta bene la questione dell’antisemitismo in Nietzsche.
Ma gli Ebrei non hanno fatto tutto da soli. Al loro fianco hanno sempre trovato gli Italiani. Sbagliata l’impostazione di Nietzsche: “Giudea contro Roma”. È la civiltà germanica a contrapporsi all’insieme che comprende Giudea, Roma, Italia. E giustamente Lutero combatteva gli Italiani in quanto sede della menzogna papale.
Il progetto filosofico di Derrida è il segno di una sradicatezza. Tutta la decostruzione della metafisica, come intesa da Derrida, segna un capovolgimento del progetto di Heidegger. Con Heidegger una civiltà veniva messa a nudo. Non c’era soltanto il progetto di una nuova fondazione, vale a dire di un nuovo inizio della filosofia grazie a un rinnovato radicamento razziale, ma la possibilità di intendere la filosofia precedente come progetto razziale che ha sempre negato la propria origine di razza. In questo atteggiamento Heidegger continuava Nietzsche. Con Derrida tutto questo intreccio di possibilità si interrompe.
In Heidegger e gli ebrei Donatella Di Cesare delimita il contorno del progetto seguendolo da Nietzsche a Heidegger, passando attraverso Hitler.
Il progetto filosofico di Derrida è un progetto votato alla sradicatezza, cioè alla ripresentazione del progetto della decostruzione della metafisica inaugurato da Heidegger sotto il segno dell’assenza dell’appartenenza al suolo, del radicamento a un suolo d’origine. Progetto che in Heidegger prevedeva un nuovo inizio della filosofia a partire dalla civiltà germanica come modo di pensiero che autenticamente abita una terra, e uno smascheramento del precedente inizio della filosofia, appena tramontato, cioè della filosofia giudaico-romana, come metodo di pensiero che fraudolentemente nasconde la propria origine sulla terra.
Purtroppo, nemmeno Heidegger andava sino in fondo, cioè in fondo al primo inizio; in fondo alla Grecia.
L’Europa ha bisogno di un  nuovo antisemitismo. Di un antisemitismo rifatto da cima a fondo. Tale da comprendere Giudea e Roma, Ebrei e Italiani.
La filosofia di Derrida spoglia la filosofia di Heidegger del richiamo alla terra. Si configura come un richiamo alla deterritorializzazione. Heidegger e gli ebrei di Donatella di Cesare identifica il richiamo alla terra presente nella filosofia di Heidegger. Che passa inevitabilmente attraverso l’antisemitismo. L’Europa ha adesso bisogno di un diverso e più completo antisemitismo. Questo perché l’Europa o sarà antisemita o non sarà.
O l’Europa sarà antisemita o non sarà. Rivolgersi verso ciò che è antisemita è per l’Europa ritrovare il proprio cuore. Antisemitismo, cuore d’Europa. Rivolgersi a questo vuole dire fare i conti con il dio semita che dal Medioevo abita l’Europa con l’inganno, come un clandestino; vuole dire fare i conti con le razze che hanno facilitato e permesso l’ingresso in Europa del dio semita: Greci e Romani prima, Italiani dopo.

Europa antisemita

Gli Italiani devono essere assimilati ai Semiti. Un vero antisemitismo, purtroppo ancora tutto da formulare in Europa, deve comprendere gli Italiani.
Finalmente!
Li deve stringere entrambi in un nuovo, autentico antisemitismo; che sarà l’abbraccio che viene dal cuore dell’Europa.
Da lì è necessario partire per un nuovo inizio del pensiero.
Tutto ciò che è italiano ha impronta africana. Vale anche per ciò che è spagnolo; un po’ meno per ciò che è francese.
Nietzsche riconosceva con certezza da sonnambulo il carattere africano del paesaggio ligure.