Un passo indietro

«It seems likely that Pfitzner was acquainted with Richard Wagner’s remarks to the Paris public concerning Der Freischütz (1841) in which Wagner claims that the poem of Freischütz seem to have been written by the Bohemian forests themselves. The specific German character of the tale, Wagner says, lies precisely in its depiction of Nature. In these passages, both Pfitzner and Wagner are placing Freischütz within a long cultural tradition that locates the national essence of Germany in its forests. Like so many other aspects of German cultural identity, this tradition was oppositional in its structure, pitting the German forests against the Mediterranean city, the greenery of the north against the masonry of the south.» (S.C. Meyer, Carl Maria von Weber and the Search for a German Opera, Indiana University Press, Indiana, Bloomington 2003, p. 105).
La foresta nel Freischütz è la rappresentazione del tratto fondamentale di una nazione e di ciò che la contrappone ad altre nazioni e civiltà. Per questa caratteristica il Freischütz è un caso unico. La focalizzazione sui personaggi nell’Euryanthe è invece un passo indietro, per un motivo ben preciso: nel Freischütz tutta la vicenda si svolgeva ai margini della foresta e al mondo dei cacciatori; nell’Euryanthe tutto si svolge nel mondo raffinato della corte medioevale.
Wagner rappresenterà un altro passo indietro, poiché tornerà al teatro tradizionale, soprattutto con l’opera che doveva regolare i conti col teatro francese e italiano: I maestri cantori. In Wagner lo scontro foresta città sarà del tutto assente, così come la messa in discussione della fonte non germanica del teatro.
In Wagner la questione non sarà mai tra luoghi, ma all’interno del teatro. Tutto si svolgerà dentro il meccanismo teatrale. La Tetralogia è senz’altro l’opera wagneriana più vicina alla mitologia germanica. Ma anch’essa è tallonata dallo spirito teatrale. L’oro del Reno e il Siegfried sono le opere che più si spingono oltre il teatro. La musica sembra un’onda continua e ha una compattezza unica. Siegfried, inoltre, riprende felicemente momenti dell’antica poesia germanica, come la gara di indovinelli. La valchiria e Il crepuscolo ricadono invece nella spirale del teatro. Cioè del teatro peggiore. Il teatro è qualcosa che viene dalla Grecia, che nulla ha a che fare con la mitologia. Wagner stesso intendeva collegarsi alla tragedia greca. Nel teatro c’è sempre qualcosa che puzza di latino, di italiano. Vale a dire: puzza di meticcio. In pratica, tutta la questione della Nascita della tragedia andrebbe riveduta.

Bach e l’arische Männerbund

Nelle Passioni di Bach Gesù è visto come il Capo di una arische Männerbund. Gli apostoli costituiscono la scorta addomesticata di un tale Capo. La musica esprime il dolore per la perdita del Capo. Un confronto con questa musica potrebbe partire dal Lamento di Deor. Nelle Passioni Bach crea una musica che cambia sempre, ma questo era appunto quello che doveva nascere nella civiltà germanica.
Se Wagner fosse partito dalle Passioni di Bach? Óðinn come Gesù (cioè come divinità legata all’amore). Wagner doveva depurare la scelta di Bach: cristianesimo e latinizzazione della melodia.
Notare che Wagner è passato dal cristianesimo (di Bach) alla mitologia germanica e, riconoscendo in essa un pensiero, alla filosofia di Schopenhauer e al buddhismo.

Il numero dodici ricorreva spesso nell’antica civiltà germanica con una certa importanza, indipendentemente dal cristianesimo. La stessa numerazione era in base dodici. Dodici erano molte volte i componenti delle bande di guerrieri o di berserkir di cui parlano le saghe islandesi. È un peccato che manchi uno studio in proposito. Ecco alcuni esempi tratti dalla Egils saga:
Dodici sono i berserkir che prendono parte alla battaglia di Hafrsfjörðr (cap. 9).
Quando Skalla-Grímr, padre di Egill, fa visita a re Haraldr per dirgli che non ha intenzione di essere suo sottoposto, prende con sé undici persone, costituendo così un gruppo di dodici (cap. 25).
Nel capitolo 46, durante una spedizione vichinga in Kúrland, Egill si trova separato dal fratello insieme a dodici compagni.
Nel capitolo 55, Egill è accolto da Arinbjörn in inverno insieme a dodici compagni.
Nel capitolo 57, quando Egill parte per uccidere Berg-Önundr, è accompagnato da undici compagni, mentre altri sei restano a sorvegliare la nave.

Egils saga Skalla-Grímssonar, Íslenzk fornrit, Reykjavík 1988.