ROSSINI

Poche volte ascolto “musica” di Rossini, perché è un ticchettio che ha il potere di infastidirmi; quindi mi capita di ascoltare “musica” di Rossini, solo per caso; ma quando, per caso, mi capita di ascoltare “musica” di Rossini, mi chiedo sempre: “Che cosa vuole, questo bastardo di italiano, con la sua musica?”; Rossini è allora la certezza di una risposta – vale a dire: Che cosa vuole, questo bastardo di italiano di Rossini, con quella sua andatura di passetti su delicate zampette da insetto, che cricchiano e crocchiano, che si fa via via sempre più veloce, con quelle sue mezze occhiate, quei suoi ammiccamenti, quel parlottio mezzo fra sé e mezzo con chissà chi, con quelle mezze frasi e quarti di parole, con quella sua arte di gesticolare per farsi capire da chi non comprende la lingua, ma che sa sempre di minacce; che cosa vuole, insomma, questo bastardo di italiano, con tutta la sua misera chincaglieria che squaderna con cura da una sporta lercia tenuta a tracolla bisunta lungo tutti i suoi vagabondaggi? che cosa vuole, questo bastardo di italiano? torno a ripetere, con quel modo di fare “musica”, che è tutto soltanto suo, ma che tutto è fuorché musica; certo non vuole, quel bastardo di italiano, qualcosa attinente alla musica, perché questa cosa, che è solo cosa fatta da lui, non ha nulla a che fare con la musica… per cui, per farla breve, torno sempre a chiedermi: “Che cosa vuole, questo bastardo di italiano?”, che cosa vuole questo bastardo di italiano eterno? e a volte provo anche a rispondermi: vuole la musica di Šostakovič? ma ogni risposta rimanda sempre a tante altre domande: era riuscito, quel bastardo di italiano di Rossini, pure così tanto povero di genio, a prevedere la musica di Šostakovič, con un salto indubbiamente geniale su quelle zampette pericolanti di insetto? finché poi non smetto di farmi domande del tutto, e smetto di ascoltare la musica di ROSSINI, che per caso mi era capitato di ascoltare, perché io non ascolto mai “musica” di Rossini per mia volontà, ma allora la musica di quel bastardo italiano di ROSSINI torna a infastidirmi più che mai, con quel suo fastidioso chiassettio & chiacchiericcio di archetti che sbattono sempre sul vuoto, ma schioccano sempre come rumore da qualche parte, come la formichetta nelle orecchie del sognatore di Finnegans Wake – per cui torno sempre a domandarmi: che cosa vuole, questo bastardo di italiano, che non ho modo di tenere lontano in nessun modo? – e non ho pace, perché è giusto sia così, ormai; Dio stramaledica l’Italia! Sempre la stramaledica!

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