“1Q84” – Vita indegna di vivere

1. Lo sguardo sul romanzo 1Q84
Quanta parte dell’arte di Murakami Haruki consiste nel lasciare agire personaggi vuoti in un mondo vuoto? Il nucleo della narrativa postmoderna consiste anche in questa abilità.
Ma da dove viene questa vuotezza che riguarda personaggi e mondo?
La narrativa postmoderna si è determinata come il riconoscimento della fine del progetto antropologico di quella narrativa che ha fatto capo a Balzac. Un po’ come l’antropologia culturale, una volta perduto il suo oggetto di studio, ha continuato ad esistere chiedendosi in che cosa consista il suo oggetto di studio.
La narrativa postmoderna si unisce così alla teoria della morte dell’uomo. Ma c’è un vuoto di forma che riguarda soltanto la forma, poiché una forma nuova di romanzo non vuole proprio saperne di comparire. Infatti l’arte narrativa di Murakami Haruki guarda al vecchio romanzo perché quest’arte vecchia del romanzo non considera la nuova forma di romanzo – ma che pure non si può non intravedere.
La domanda di 1Q84 è: Chi ha diritto di abitare la terra?
I Little People rappresentano il piccolo popolo delle nuove idee, che si manifestano di colpo, quando nessuno è stato chiamato ad accettare qualcosa di nuovo o pensare di avere qualcosa di nuovo da pensare. I Little People di 1Q84 devono essere pensati insieme alla figura del Commendatore nel romanzo di Murakami Haruki L’assassinio del commendatore.
Però questo né l’uno né l’altro romanzo risolve.
Tra queste nuove idee che mai compaiono suona la domanda di 1Q84: Chi ha diritto di abitare la terra?
Accettare un nuovo pensiero è accettare il pensiero come ciò che costituisce la pericolosità che è collegata sempre all’arte medesima del pensiero. Proprio perché pensare è darsi alla strada – che si rivela infine come strada che porta.
Così è per questo che un romanzo ben congegnato deve riguardare il modo di difendersi dai Little People.
La domanda fondamentale si pone qui a livello di individui, mai di razze.
Il nuovo romanzo deve porsi come epica di una distanza tra uguali, anziché come incontro con l’altro.
La domanda fondamentale viene qui posta da una organizzazione che in anamorfosi ricorda la Società dei Buoni di Balzac (Il rovescio della storia contemporanea). Questa società tiene d’occhio il mondo, separando la vita indegna di vivere dalla vita che ha diritto di vivere.
Nel romanzo La crisalide d’aria questo ruolo è esercitato dalla capra cieca, di cui la bambina deve prendersi cura. Questa capra non è una capra qualunque, perché salvaguardia la cultura di quella isolata comunità di montagna. Prendersi cura di questa capra equivale a tenerla d’occhio costantemente. Ma la bambina svolge il suo compito con disattenzione – e la capra muore.
Dalla carcassa della capra morta escono fuori i Little People, che cominciano a filare la crisalide d’aria.
La disattenzione verso ciò di cui ci si doveva prendere cura comporta la segregazione di colei che ha commesso la disattenzione verso la forma vivente con la carcassa di ciò che avrebbe dovuto prendersi cura.
In un primo tempo anche la bambina aiuta a filare la crisalide d’aria, perché il compito è allegro e meno che mai faticoso; ma poi la bambina smette di prendervi parte, perché comincia ad avere dubbi circa le reali intenzioni dei Little People.
Tenere d’occhio il mondo è, nell’universo di 1Q84, dividere tra forme di vita indegne di vivere e forme di vita degne di vivere, anche se nel testo questo non viene mai affermato. Due forme indegne di vivere vengono identificate: le forme che usano violenza contro altri individui, cioè che uccidono la vita che hanno intorno, e di cui dovrebbero invece prendersi cura, e le forme repellenti, che già di per sé si presentano come una deroga della forma umana.
Le persone che si sono rese colpevoli di crimini domestici rappresentano il primo tipo; il deforme Ushikawa rappresenta il secondo tipo.
L’individuazione di questi due tipi è determinata dal tenere d’occhio il mondo. A tenere d’occhio il mondo è qui una organizzazione che ricorda appunto la Società dei Buoni di Balzac.
Ricorrere a una tale forma per affrontare l’argomento è il prezzo da pagare per evitare di ricorrere ad una nuova forma di romanzo.
La società nascosta, i grandi mezzi economici a disposizione sono ciò che permettono a questa società di funzionare. Ma il funzionamento è garantito dal richiamo al romanzesco.
Il romanzo 1Q84 ci fa il piacere di assistere a tre omicidi effettuati da questa romanzesca società dei buoni: 1) omicidio di un arrogante funzionario di una grande impresa commerciale, che mai avrebbe sospettato di essere ucciso in quel momento (omicidio naturalistico); 2) omicidio del Leader della setta religiosa Sakigake, che sapeva che in quell’occasione sarebbe stato ucciso frazerianamente (omicidio rituale); 3) omicidio del repellente Ushikawa, che non avrebbe mai pensato che un individuo repellente come lui, appunto, era, potesse essere ucciso (omicidio simbolico).
Nel primo caso l’omicidio rimuove soltanto un tassello inutile, il fatto non desta nessun clamore, il personaggio non si era aspettato assolutamente di essere in pericolo e l’episodio viene segnato come caso di morte naturale. Il secondo caso mette in subbuglio quasi tutti i personaggi di 1Q84; il personaggio sapeva che era giunto il momento di dover incontrare il suo assassino perché era comparso nel momento in cui egli aveva il compito di cedere lo scettro della regalità fino ad allora detenuti, egli accetta quindi di morire frazerianamente, per colpa di una persona che sarà chiamata ad ucciderlo funzionalmente, al fine di non far morire l’istituzione, ma anzi di preservarla. Il terzo caso è puramente simbolico: l’uccisione di Ushikawa serve come avvertimento a tutt’altre persone. Ushikawa era stato riconosciuto tramite il suo aspetto repellente mentre si aggirava intorno alla Villa dei Salici, dove ha sede la società dei buoni che agisce in 1Q84. Tenendo d’occhio il mondo (vale a dire tenendo d’occhio tramite un impianto di videosorveglianza i dintorni di tale Villa) la forma indegna di vivere Ushikawa era stata riconosciuta e aveva ricevuto la sua giusta condanna. Quel manifestarsi in più momenti di una forma così lontana dalla regolarità della forma umana non poteva che essere un segno di pericolo dal quale era ormai necessario difendersi.
Ushikawa era infatti la forma aberrante che accettava con piena consapevolezza la propria aberrazione. Che cosa comporta? Sopprimerlo equivaleva a porre fine a una tendenza che – a lungo tempo – sarebbe diventata pericolosa: vale a dire l’accettazione della forma aberrante, cioè l’arroganza dell’aberrazione che si presenta come vita degna di vivere a fianco di tutte le altre forme di vita. Ushikawa è il primo a riconoscersi come forma aberrante, sa che tutti lo disprezzano e sa di condurre una vita spregevole, ma pensa di avere comunque diritto alla vita. Che qualcuno possa togliergli, con pieno diritto, quel pieno diritto alla vita che egli pensa di avere diritto di detenere, è cosa che non gli viene mai in mente.
I tre omicidi disegnano così una progressione regolare: 1) il piccolo tassello oscuro che viene rimosso senza difficoltà; 2) il vecchio re che viene ucciso per permettere il rinvigorimento della funzione che egli deteneva, cioè la funzione regale; 3) il riconoscimento della forma aberrante di vita da eliminare onde permettere l’entrata nel nuovo più grande anno (ricordare che il terzo libro di 1Q84, quello che vede la repellente presenza di Ushikawa a fianco dei due punti di vista già incontrati negli altri due libri, il punto di vista di Aomame e il punto di vista di Tengo, si svolge da ottobre a dicembre, quindi lungo tutta la fine dell’anno, e che il romanzo finisce con l’uscita dall’anno enigmatico, indicato, ipoteticamente, come “1Q84” o, in modo altrettanto ipotetico, come “paese dei gatti”, e l’entrata nel nuovo anno 1984, che potrebbe tanto essere il vecchio punto di partenza abbandonato per entrare in un anno parallelo, quanto una terza forma altrettanto parallela).
Si può definire l’arte di Murakami Haruki come arte di trattare piccoli segmenti? Infatti Murakami Haruki tratta sempre piccoli segmenti. È per questo che non si può parlare di un romanzo “a tutto tondo”, almeno nel modo in cui romanzo a tutto tondo designava il romanzo realista dell’Ottocento. O ancora di un romanzo a tutto tondo del novecento come era La montagna incantata di Thomas Mann. Il romanzo postmoderno è sempre un romanzo che si muove organizzando piccoli segmenti (pensare alla struttura dell’Arcobaleno della gravità). Segmenti che riguardano personaggi, protagonista, sfondi, ambienti.
1Q84 si svolge intorno a un’azione nascosta intorno a due carcasse: la carcassa della capra cieca e la carcassa di Ushikawa.
L’azione nascosta vicino a queste due carcasse consiste sempre nel filare l’aria in modo da ottenere la crisalide d’aria.
La fabbricazione della crisalide d’aria ha il compito di portare alla luce una qualche cosa.
Non si sa mai che cosa questo filare tenda a portare alla luce. Nel primo caso, all’inizio del romanzo, l’azione di filare vicino alla carcassa della capra cieca, aveva condotto alla fuga della bambina (Fukaeri), spaventata da quello che la crisalide avrebbe potuto ospitare; nel secondo caso, filare vicino alla carcassa del deforme Ushikawa, non sappiamo cosa possa comportare, poiché il romanzo finisce – come sempre nel caso della narrativa postmoderna – senza concludere quanto rimasto aperto.
I due scagnozzi che hanno recuperato la carcassa di Ushikawa (quentintarantiniamente descritti come Rasato e Coda di cavallo) partono alla volta di Tōkyō per rintracciare Tengo, che, come hanno capito, può condurre ad Aomame. Il personaggio Aomame è infatti colei che può dare nascita all’erede del Leader, quindi colei che potrà permettere alla setta del Sakigake di mantenere aperto il canale con i Little People.


2. Lo sguardo oltre il romanzo
Perché parlo così spesso di nuovo romanzo? Il nuovo romanzo è il limite oltre il quale il linguaggio attuale, cioè il linguaggio nel quale il vecchio si trova ancora a funzionare, non può più essere stirato. L’anamorfosi è un modo per permettere a questo linguaggio del vecchio romanzo di assorbire le spinte verso l’uscita e di rendere gradevole la lettura di ciò che disastrosamente spinge verso quello stiramento. Ma non di permettere la vista oltre quel punto. Un po’ come lo sguardo sul Nord che si presenta nel Deserto dei tartari.
L’anamorfosi è una tecnica ricorrente nell’arte della narrativa di Murakami Haruki. Si può parlare di un “effetto Montagna incantata” in tale arte, che in Norwegian Wood è esplicitamente riconosciuto come tale (infatti il protagonista legge e porta con sé La montagna incantata di Thomas Mann recandosi nella piccola clinica di montagna), in altri casi il riferimento è implicito, la clinica (sul mare, non in montagna) di 1Q84 e la clinica dove avviene l’esecuzione del Commendatore nell’Assassinio del commendatore. Si può parlare di uno spazio dove il tempo si ferma (si ferma per Hans Castorp così come per il protagonista dell’Assassinio del commendatore), e il personaggio è coinvolto in avventure che aboliscono il tempo e lo spazio. Il motivo del viaggio è la visita ad una persona con la quale il protagonista ha un rapporto affettivo (Norwegian Wood), oppure un rapporto conflittuale tutto da chiarire (come in 1Q84, dove la visita al “padre” ricoverato viene effettuata con l’intento di stabilire se quell’uomo sia veramente il padre biologico del protagonista), oppure una persona con la quale il protagonista è entrato in contatto indiretto e casuale, soltanto occupando lo spazio di ciò che costituiva la sua casa (come nel caso de L’assassinio del commendatore). L’effetto anamorfosi non risolve. Permette una composizione, ma meno che mai risolve. Ricordare quello che diceva Baltrušaitis a proposito del quadro degli ambasciatori. L’anamorfosi rientra nel campo delle aberrazioni, in questo caso delle aberrazioni ottiche; vale a dire, è sempre una alterazione delle immagini.
L’anamorfosi è l’ultimo passo del vecchio romanzo, prima che il vecchio romanzo possa – in tutta tranquillità – lasciare il passo alla nuova epica, che è tutta da andare a trovare.

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